Tuesday, October 18, 2005

La scienza contro l’arte: l’importanza del sostegno ambientale

Recentemente ho letto con interesse un articolo di Alice Lapuerta su come le mamme multilingue spesso siano confrontate alla mentalitá ristretta e alle idee preconcette di professionisti e altri genitori monolingue. Quando é nato Milo, ci siamo immediatamente interrogati su come gestire le nostre quattro lingue. Abbiamo consultato parecchi pediatri parigini, tra cui un luminare esperto in pedagogia contemporanea, sperando di ottenere consigli pratici, sostenuti da ricerca scientifica. Invece ci hanno tutti scoraggiati dal plurilinguismo! Al massimo potevano concepire una famiglia bilingue, il che avrebbe significato che, oltre al francese, avremmo dovuto scegliere soltanto una delle nostre lingue.

"E quale lingua consiglia di priviliegiare, allora?" chiedemmo increduli all'esperto.

"Lasciate perdere l'olandese... voglio dire... lo imparerà più tardi!" rispose il luminare.

Eravamo costernati! Ho continuato ad insitere sull’argomento, per ottenere almeno una spiegazione scientifica al suo bizzarro consiglio da 100 euro.

"Madame, la medicina non é una scienza, é un’arte! " rispose lui, enfatico.

Professionisti con esperienza nel plurilinguismo scarseggiano in paesi come la Francia, dove la cultura locale è cosí ricca e radicata e dove il plurilinguismo è stato riconosciuto come un valore postivo soltanto recentemente. Di conseguenza ci siamo messi in contatto con alcuni esperti in Belgio (paese trilingue da piú di un secolo), ma siamo stati rassicurati soprattutto da altre famiglie di espatriati e da altre coppie transnazionali conosciute in comunità in rete.

Quando l’entourage non comprende, é facile scoraggiarsi: per esempio, un giorno in ufficio stavo chiacchierando con un collega marocchino che parla arabo a casa e mentre confrontavamo le lingue che i nostri figli stanno imparando, è soggiunto un collega francese. Gli ho chiesto se i suoi figli stessero già studiando le lingue e ha risposto con fare stizzoso:

"No, parlano soltanto il francese... ma un livello molto buon di francese!"

E’ chiaro che è importante essere sicuri di sé quando si sceglie di crescere i propri bambini multilingue, non solo per trovare un network di sostegno adeguato, ma anche le occasioni affinchè i bambini possano usare queste lingue al di fuori del nucleo famigliare. Fortunatamente nel nostro piccolo entourage, Milo puó già contare su una mezza dozzina di amichetti che, come lui, parlano una o due lingue oltre al francese.

E se anche il plurilinguismo fosse un’arte ? !

2 comments:

giovanni said...

Il fratello del ragazzo che diceva "sono brasileiro" ha addottato alcuni anni fa l'idendita ebrea... Lui parla, come suo fratello, cino, spagnolo, italiano, francese, inglese, olandese, ma mi pare che manca una radice forte, firme. Forse il francese voleva dire che "il livello molto buono di francese" da sicurezza al bambino. Salute, Giovanni.

sofiL said...

Les soi-disants professionnels se permettent de donner des conseils du "bar du coin" à monnaie d'or! Ils sont bien assis sur leur trône et n'y connaissant absoument rien. Le pir c'est qu'il influencent des personnes qui viennent justement dans l'espoir de trouver une justification de plus pour entretenir ou communiquer à leurs enfants ce qui est leur identité même, leur identité plurielle : leurs langues. Toutes les personnes qui prônent des méthodes rigides ou affirment qu'un choix de mono-linguisme ou monoculturalité est le meilleur, sont des charlatans.