Monday, February 26, 2007

Questo blog è una traduzione

Sebbene sia di origine Italiana, nella mia vita familiare l'Inglese é la lingua dominante. Per cui gli articoli originali di questo blog sono pubblicati in Inglese sul blog gemello Multi Tongue Kids. Un giorno forse ce la faró a tradurli tutti in Italiano!

Friday, October 21, 2005

Il fascino e i pericoli del Bambinese

Uno studio condotto nel 1997 tra madri americane, russe e svedesi ha indicato che il modo in cui i genitori tendono a parlare ai neonati (cioé con toni acuti, vocali accentuate e tonalitá esagerante) è positivo per lo sviluppo del linguaggio dei bambini, e questo vale per qualsiasi lingua. Questo modo di parlere é conosciuto come Bambinese (Parler Bebé in francese, Baby Talk in inglese).

Ma in francese ed in italiano questo concetto si estende fino alla creazione di nuove parole, usate esclusivamente con e dai bambini, che possono moltiplicare inutilmente il vocabolario da imparare. Esempi:
  • Invece di dormire diciamo fare la nanna (in francese faire dodó)
  • Per mangiare diciamo fare la pappa
  • In Francia quasi ogni bimbo ha un "dou dou" che si riferisce al suo animale di pezza favorito
  • Nella nostra famiglia abbiamo preso l'abitudine di chiamare gli escrementi come pu-pu, in italiano sarebbe "cacca " e "caca" in francese
  • "Pipí", fortunatamente, è lo stesso in francese, inglese e italiano. Ma mentre in inglese si riferisce anche ai genitali del maschietto, i bimbi francesi lo chiamano zizi mentre in Italia sarebbe pisellino
  • Quando i bimbi si fanno male, hanno la bibi, ma in francese è bobo
  • La tata in Francia è conosciuta come nou-nou

I pedagoghi moderni suggeriscono di evitare questa lingua artificiale dopo l'età di 1 anno, anche nelle famiglie monolingue, per facilitare l’apprendimento di un vocabolario adeguato. Avrei abbracciato questa teoria di tutto cuore, quando ho capito che il riflesso era troppo forte per modificare il mio comportamento: non mi ero resa conto di quanto determinati termini sono scolpiti nelle nostre esperienze linguistiche! Sono cresciuta facendo la pappa e la nanna e con qualche bibi di tanto in tanto…

Milo per il momento sembra capire tutto, soprattutto pappa ! Fortunatamente il mio piccolo ha un appetito vigoroso, non soltanto per il cibo, ma anche per le parole!

Tuesday, October 18, 2005

La scienza contro l’arte: l’importanza del sostegno ambientale

Recentemente ho letto con interesse un articolo di Alice Lapuerta su come le mamme multilingue spesso siano confrontate alla mentalitá ristretta e alle idee preconcette di professionisti e altri genitori monolingue. Quando é nato Milo, ci siamo immediatamente interrogati su come gestire le nostre quattro lingue. Abbiamo consultato parecchi pediatri parigini, tra cui un luminare esperto in pedagogia contemporanea, sperando di ottenere consigli pratici, sostenuti da ricerca scientifica. Invece ci hanno tutti scoraggiati dal plurilinguismo! Al massimo potevano concepire una famiglia bilingue, il che avrebbe significato che, oltre al francese, avremmo dovuto scegliere soltanto una delle nostre lingue.

"E quale lingua consiglia di priviliegiare, allora?" chiedemmo increduli all'esperto.

"Lasciate perdere l'olandese... voglio dire... lo imparerà più tardi!" rispose il luminare.

Eravamo costernati! Ho continuato ad insitere sull’argomento, per ottenere almeno una spiegazione scientifica al suo bizzarro consiglio da 100 euro.

"Madame, la medicina non é una scienza, é un’arte! " rispose lui, enfatico.

Professionisti con esperienza nel plurilinguismo scarseggiano in paesi come la Francia, dove la cultura locale è cosí ricca e radicata e dove il plurilinguismo è stato riconosciuto come un valore postivo soltanto recentemente. Di conseguenza ci siamo messi in contatto con alcuni esperti in Belgio (paese trilingue da piú di un secolo), ma siamo stati rassicurati soprattutto da altre famiglie di espatriati e da altre coppie transnazionali conosciute in comunità in rete.

Quando l’entourage non comprende, é facile scoraggiarsi: per esempio, un giorno in ufficio stavo chiacchierando con un collega marocchino che parla arabo a casa e mentre confrontavamo le lingue che i nostri figli stanno imparando, è soggiunto un collega francese. Gli ho chiesto se i suoi figli stessero già studiando le lingue e ha risposto con fare stizzoso:

"No, parlano soltanto il francese... ma un livello molto buon di francese!"

E’ chiaro che è importante essere sicuri di sé quando si sceglie di crescere i propri bambini multilingue, non solo per trovare un network di sostegno adeguato, ma anche le occasioni affinchè i bambini possano usare queste lingue al di fuori del nucleo famigliare. Fortunatamente nel nostro piccolo entourage, Milo puó già contare su una mezza dozzina di amichetti che, come lui, parlano una o due lingue oltre al francese.

E se anche il plurilinguismo fosse un’arte ? !

Wednesday, October 12, 2005

Qual’é la vostra strategia linguistica familiare?

In un ristorante di pesce a Boulogne-sur-Mer (in Normandia) in una calda serata di settembre, Milo attirava l'attenzione dei clienti ripetendo ad alta voce la sua nuova parola (pesce), sia in italiano che in olandese ("vis"). La proprietaria, una signora francese di mezza età, mi ha chiesto incuriosita:

"In che lingua le parla?"

Le ho raccontato del nostro esperimento quadrilingue e relativi timori e speranze. La signora ne condivideva alcuni: sposata ad un irlandese, ha due bambini, una ragazza di 7 e un bimbo di 3 anni, entrambi nati in Irlanda. Si sono trasferiti in Francia quando i bimbi avevano 5 e 1 anno. Oggi parlano inglese a casa, poichè il padre non parla francese, ma in Irlanda lei parlava spesso francese, per accertarsi che i bimbi lo imparassero [questo metodo è conosciuto come "minority language at home" (mL@H), ovvero la lingua di minoranza (parlata) a casa ]. Di conseguenza la ragazza è fluente e madrelingue in entrambe le lingue e non ha accento. Il bimbo, invece, capisce perfettamente l'inglese ma rifiuta di parlarlo, anche col suo papá. Quando bofonchia qualche parola in inglese, sciorina un forte accento francese. Il francese è la sua unica lingua materna. La signora non ha dubbio che, grazie alla costante esposizione all'inglese, il ragazzo prima o poi comincierá ad usarlo, ma é dispiaciuta per l'ansia che lui associa alla lingua.

Questo caso illustra molto bene il concetto di strategia linguistica familiare, descritto da Tracey Tokuhama-Espinosa nel suo libro "Raising Multilingual Children" (Crescere Bambini Multilingue). Tracey sostiene che una famiglia multilingue dovrebbe determinare presto la strategia linguistica familiare (cioè quale lingua i genitori parleranno a casa con i bambini) e sforzarsi di mantenerla, malgrado il cambiamento di circostanze o di paese, per garantire ai bambini uno sviluppo linguistico costante. La nostra strategia fin’ora è stata " one parent one language (OPOL)", ovvero un genitore, una lingua.


Tuttavia sono particolarmente incuriosita dagli accenti:

  • La mia amica italiana Francesca, sposata ad un francese a Parigi, ha un bimbo di quattro e una bimba di due anni, perfettamente bilingue, ma quando parlano italiano, hanno un leggero accento francese (soprattutto nel pronunciare la "r").
  • Il mio collega portoghese Joaquim, sposato ad una donna portoghese, ha due ragazzi, nati e cresciuti in Francia, entrambi perfettamente bilingue. Ora stanno imparando l’inglese e lo parlano con un accento francese.

Che cosa determina questi accenti nei bambini multilingue dalla nascita? Il Dott. Steven Weinberger, direttore del programma di linguistica all’universitá George Mason, ha spiegato che gli accenti sono un fenomeno naturale come conseguenza dell'acquisizione della seconda lingua dopo una determinata età (approssimativamente intorno ai 6 anni). Nell'imparare una seconda lingua nell'età dell'adulta, la gamma di suoni che possiamo produrre è limitata; alcuni suoni della seconda lingua non esistono nella lingua madre, e il nostro sforzo per imitarli determina l'accento. I linguisti professionisti dicono che chi impara una nuova lingua in etá adulta, non possa mai completamente eliminare le tracce della lingua originale.

Ma per i bimbi multilingue dalla nascita la storia è differente: la loro aquisizione del linguaggio risiede in una parte diversa del cervello ed il loro atteggiamento all'apprendimento delle lingue è completamente differente, meno conscio, più giocoso. Perchè svilupperebbero un accento?

Rimanete sintonizzati per scoprire la veritá sugli accenti, in una delle prossime puntate...

Tuesday, October 11, 2005

Milo dice "Au revoir" !

Milo ha appena trascorso 2 settimane in Italia con i suoi nonni, in un'immersione completa in italiano. Ciò ha incrementato non soltanto il suo vocabolario, ma anche il suo inventario di gesti :

  • Quando gusta un alimento squisito, accompagna il suo apprezzamento verbale ("Mmmmhhhh! ") con la sua mano che oscilla su e giù, all'altezza della sua spalla
  • Ha sviluppato un apprezzamento per le vere automobili e può imitare molto bene la guida dell’auto, producendo il tipico rumore ("Wroooooom! ")
  • Saluta con la mano professionalmente quando lascia un posto e dice "Ciao! "con non-chalance

Ha imparato diverse parole nuove: "torta" , "bau" , "pappa" ; chiama il suo Nonno e la Nonna, lo zio Papo (Paco) e la zia Titti (Kikki) e naturalmente i suoi amati Mamma e Papá!

Al nostro rientro in Francia l'altro giorno, Milo mi ha davvero sorpreso: entrati nel nostro palazzo, abbiamo incontrato la portinaia che ci ha salutati in francese. Era il primo francese che Milo sentiva da oltre 20 giorni. Al momento di andar via, dopo una breve chiacchierata, lui ha salutato la portinaia con la mano e ha detto:

"Au Revoir! "

A 16 mesi Milo é cosciente di chi parla quale lingua…

Yannis & Dominique

Ero su un volo da Parigi a Torino la settimana scorsa ed i miei vicini di posto erano due bellissimi mulatti di 6 e 7 anni , che viaggiavano con la loro mamma. Abbiamo cominciato la conversazione in francese, lingua che stavano usando fra loro; quando gli ho indicato che stavamo sorvolando il ghiacciaio del Monte Bianco, qualcosa nella mia pronuncia gli ha rivelato la mia nazionalità:

"Ma é italiana! " ha detto Yannis, il più giovane.

Da quel momento abbiamo continuato la conversazione in italiano, e perfino fra loro hanno continuato a utilizzare la lingua della penisola. Ho scoperto che avevano un padre italiano mentre la loro mamma proviene dalla Guyana francese.

"Nessuno sa dove sia la Guyana francese, in Italia! Devo sempre mostrarla sull’atlante!" si è lamentato Dominique. Ha ragione, gli italiani non sono fortissimi sui territori d'oltremare francesi...

La mamma di Yannis e Dominique si è svegliata poco dopo:

"T'a dormi bien, maman?" * le ha chiesto Yannis.

"T'a bien dormi, tu veut dire!" ha risposto la mamma, correggendo la sintassi.

Questo sembra essere un fenomeno ricorrente con i bambini bilingue: spesso traducono in una lingua usando la sintassi dell'altra. Mi domando se sia stato identificato e classificato dai linguisti.

Yannis e Dominique frequentano la scuola francese a Torino, dove la maggior parte dei corsi sono in francese, ma imparano anche l'italiano e l’inglese. Il loro accento era quello di un nativo, con una morbida inflessione torinese. Anche il loro entusiasmo era lo stesso di un ragazzo italiano quando hanno notato che stavamo sorvolando un campo di calcio! Mi hanno immediatamente informata sulla la loro squadra del cuore e giocatori favoriti nel campionato italiano.

Prima di lasciare il ritiro bagagli, Dominique ha sospirato:

"Non vedo l'ora di rivedere la mia stanza e dormire nel mio lettino... mi è mancato il mio letto!"

Un concetto comune ad ogni cultura: la nozione di casa dolce casa!

* "Hai dormito bene, mamma?" ma sarebbe come se chiedesse: "Hai bene dormito mamma?"

Friday, September 23, 2005

Cosa parleremo a cena ?!

La mia preoccupazione per lo sviluppo linguistico di mio figlio si è concretizzata quando mi sono chiesta quale lingua assurgerá al ruolo di lingua di famiglia.

Per il momento abbiamo deciso di applicare il metodo "una persona, una lingua":


  • Io mi rivolgo a Milo esclusivamente in italiano
  • Suo padre gli parla solo in olandese
  • La tata gli parla in francese (e questa è attualmente la lingua che sente di piú , in termini quantitativi, essendo anche la lingua dell' ambiente)
  • Sente regolarmente l'inglese passivamente, poiché questa è la lingua che i genitori usano fra loro e con parecchi amici.

Ma fra qualche anno, quando, diciamo, Milo avrá 3 o 4 anni, che lingua parleremo una volta seduti a tavola? Continueremo a cambiare lingua a seconda dell’interlocutore? Prevaricherá l'inglese ? O il francese?

Per completare il quadro giá complesso della nostra situazione:

  • Io parlo correntmente italiano, inglese e francese, ma non capisco l’olandese
  • Il papá di Milo, oltre a inglese, francese, ed olandese ha un’ottima comprensione dell'italiano

Abbiamo trascorso il fine settimana a Bruxelles dal nostro amico David, che é fiammingo (quindi parla olandese), sposato con una donna turca; tra di loro comunicano in francese e la loro bambina di due anni e ½ sta crescendo trilingue. Fin’ora, ognuno ha continuato a parlare la propria lingua e la bambina sembra capire molto bene tutte e tre. David sembra convinto che nessuna delle tre lingue prevarrá come lingua di famiglia e continueranno a cambiare a seconda dell’interlocutore: una prospettiva che trovo affascinante, ma anche piuttosto schizofrenica!

Tuesday, September 20, 2005

AUTO, A BOIR, e GRAZIE

A 16 mesi mio figlio Milo possiede un vocabolario di tre parole:

  • "Auto" pronunciato all'olandese, che ha imparato dal papá fiammingo;
  • "A boir" ("da bere" in francese), che ha imparato dalla sua tata marocchina;
  • e un educatissimo "Grazie", nella mia madrelingua.

Milo é il figlio di un italiana ed un fiammingo che vivono a Parigi. Per complicare ulteriormente le cose, mamma e papá si parlano in inglese; quindi é circondato ogni giorno da quattro lingue.

Milo ha numerosi amichetti i cui genitori sono di nazionalitá differente, confrontati quotidianamanete con il multilinguismo; una sfida che puó dotare questa generazione di enormi vantaggi, ma che puó anche minare il loro apprendimento del linguaggio. Infatti, non é inusuale che i bambini bilingue comincino a parlare piú tardi.

La mia curiositá come mamma e come donna mi ha ispirato a iniziare questo blog, in cui monitoreró lo sviluppo linguistico di mio figlio, sperando di poter condividere informazioni utili ed interessanti!