Wednesday, October 12, 2005

Qual’é la vostra strategia linguistica familiare?

In un ristorante di pesce a Boulogne-sur-Mer (in Normandia) in una calda serata di settembre, Milo attirava l'attenzione dei clienti ripetendo ad alta voce la sua nuova parola (pesce), sia in italiano che in olandese ("vis"). La proprietaria, una signora francese di mezza età, mi ha chiesto incuriosita:

"In che lingua le parla?"

Le ho raccontato del nostro esperimento quadrilingue e relativi timori e speranze. La signora ne condivideva alcuni: sposata ad un irlandese, ha due bambini, una ragazza di 7 e un bimbo di 3 anni, entrambi nati in Irlanda. Si sono trasferiti in Francia quando i bimbi avevano 5 e 1 anno. Oggi parlano inglese a casa, poichè il padre non parla francese, ma in Irlanda lei parlava spesso francese, per accertarsi che i bimbi lo imparassero [questo metodo è conosciuto come "minority language at home" (mL@H), ovvero la lingua di minoranza (parlata) a casa ]. Di conseguenza la ragazza è fluente e madrelingue in entrambe le lingue e non ha accento. Il bimbo, invece, capisce perfettamente l'inglese ma rifiuta di parlarlo, anche col suo papá. Quando bofonchia qualche parola in inglese, sciorina un forte accento francese. Il francese è la sua unica lingua materna. La signora non ha dubbio che, grazie alla costante esposizione all'inglese, il ragazzo prima o poi comincierá ad usarlo, ma é dispiaciuta per l'ansia che lui associa alla lingua.

Questo caso illustra molto bene il concetto di strategia linguistica familiare, descritto da Tracey Tokuhama-Espinosa nel suo libro "Raising Multilingual Children" (Crescere Bambini Multilingue). Tracey sostiene che una famiglia multilingue dovrebbe determinare presto la strategia linguistica familiare (cioè quale lingua i genitori parleranno a casa con i bambini) e sforzarsi di mantenerla, malgrado il cambiamento di circostanze o di paese, per garantire ai bambini uno sviluppo linguistico costante. La nostra strategia fin’ora è stata " one parent one language (OPOL)", ovvero un genitore, una lingua.


Tuttavia sono particolarmente incuriosita dagli accenti:

  • La mia amica italiana Francesca, sposata ad un francese a Parigi, ha un bimbo di quattro e una bimba di due anni, perfettamente bilingue, ma quando parlano italiano, hanno un leggero accento francese (soprattutto nel pronunciare la "r").
  • Il mio collega portoghese Joaquim, sposato ad una donna portoghese, ha due ragazzi, nati e cresciuti in Francia, entrambi perfettamente bilingue. Ora stanno imparando l’inglese e lo parlano con un accento francese.

Che cosa determina questi accenti nei bambini multilingue dalla nascita? Il Dott. Steven Weinberger, direttore del programma di linguistica all’universitá George Mason, ha spiegato che gli accenti sono un fenomeno naturale come conseguenza dell'acquisizione della seconda lingua dopo una determinata età (approssimativamente intorno ai 6 anni). Nell'imparare una seconda lingua nell'età dell'adulta, la gamma di suoni che possiamo produrre è limitata; alcuni suoni della seconda lingua non esistono nella lingua madre, e il nostro sforzo per imitarli determina l'accento. I linguisti professionisti dicono che chi impara una nuova lingua in etá adulta, non possa mai completamente eliminare le tracce della lingua originale.

Ma per i bimbi multilingue dalla nascita la storia è differente: la loro aquisizione del linguaggio risiede in una parte diversa del cervello ed il loro atteggiamento all'apprendimento delle lingue è completamente differente, meno conscio, più giocoso. Perchè svilupperebbero un accento?

Rimanete sintonizzati per scoprire la veritá sugli accenti, in una delle prossime puntate...

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